Quello che gli altri non vedono, di Virginia MacGregor



Tenero, dolce e quasi impossibile; una bella favola!

La prima parte di questo libro è coinvolgente e piacevole e ci fa subito conoscere l’animo di questo meraviglioso bambino che è Milo facendocelo amare anche per via della sua malattia agli occhi,
la retinite pigmentosa, che lo porterà pian piano alla completa cecità e che
per questo motivo gli permette di essere attento a ogni dettaglio e vedere
al di là dell'apparenza delle cose. 
Ad aiutarlo in questo "gioco" la sua bisnonna che vive insieme a loro.
L’ amore di Milo per la sua bisnonna è puro e incondizionato e sovrasta addirittura l’affetto per la mamma. Ma più il racconto va avanti e più si capisce il perché della rabbia di Milo nei confronti dei suoi genitori e la voglia di proteggere invece sua nonna.
Nella parte centrale, il libro diventa un po’ ripetitivo e lento nel succedersi degli eventi e Milo comincia ad apparirci come un bambino dalle capacità superiori alla sua età.
La parte finale della storia invece è abbastanza forzata, scontata e a tratti 
affettata nel linguaggio e persa nei cliché di malattie e problematiche sociali.
Peccato! Si perché le intenzioni dell’autrice erano buone, la storia in sé funzionerebbe se solo…intanto se solo non si fossero affidate al personaggio di Milo di soli 9 anni determinate responsabilità; un bambino così piccolo che se ne va in giro perennemente da solo a compiere indagini e a risolvere problemi più grandi di lui , non è molto credibile. La conclusione del romanzo l’ho trovata affrettata e si sarebbe potuto dedicare meno tempo ad alcuni capitoli centrali un po’ inutili. E’ stato come se alla fine del libro l’autrice non ne potesse più di scrivere e avesse messo giù le prime quattro idee che le son passate per la mente. Ho trovato inoltre alquanto ridicole, le storie d’amore nate all’improvviso e senza troppo senso come quelle della mamma e del siriano (e la partenza improvvisa alla ricerca
di una sorella persa in guerra, pur essendo entrambi squattrinati e averlo ripetuto nel libro fino allo sfinimento), quelle della nonna novantaduenne e anche quella del papà che, dopo aver abbandonato la famiglia e aver avuto una nuova figlia (tutto nel giro di 12 mesi!!!) 
all’improvviso torna a casa e si riconcilia con il mondo!


Insomma…un libro carino ma con molte pecche

LA TRAMA
Milo ha nove anni e una missione molto speciale: prendersi cura di nonna Lou, che insieme ad Amleto, l’animaletto di casa, è la sua inseparabile alleata. Ogni tanto la nonna annuncia che partirà per la Grecia con il nonno. Peccato che il nonno sia morto molti anni fa… Meglio non dirlo alla mamma, che ha poca pazienza, l’importante è assicurarsi che Lou prenda le pillole che le sbrogliano i pensieri. Del resto è stata proprio lei a insegnargli che il mondo si può “vedere” anche attraverso particolari che sfuggono alle persone comuni: i rumori, il tono della voce o gli odori. Sì, perché Milo è affetto da una malattia che lo renderà progressivamente cieco. E quando un giorno la nonna dà quasi fuoco alla cucina, Milo è il primo a difenderla, ma la decisione della mamma è irrevocabile: Lou deve andare in casa di riposo. Un posto apparentemente perfetto, con un bel giardino, pavimenti lucidi come specchi e un’infermiera dal sorriso stampato. Ma qualcosa non va… Come mai la nonna dorme sempre? Perché non riconosce più nessuno? Con l’aiuto di Tripi, il cuoco della clinica, Milo inizierà la sua personalissima indagine. E quando si è allenati a “vedere” il mondo con tutti e cinque i sensi, quello che si riesce a scoprire è davvero incredibile.
Una storia piena di emozione e sentimento, con protagonisti indimenticabili. 
 Il piccolo Milo conquisterà il cuore di migliaia di lettori.

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